Inesistente qualsiasi tradizione, timida e flebile la domanda di mercato, teoriche benché approfondite le conoscenze di metodo, avevamo solo l’uva (Vermentino), la tecnologia e tanta voglia di divertirci.
La storia dello Zinfandel Sinfarosa comincia con una valigia piena di marze
di uno dei vigneti di Zinfandel più prestigiosi d’America
(il Geyserville di Ridge) portate a Manduria e sovrainnestate proprio nella zona della Sinfarosa, affianco ad altri vigneti di primitivo per osservarne somiglianze e differenze.
Più volte premiato con i Tre Bicchieri del Gambero Rosso, è l’unico vino non americano ammesso al Gran Festival dello ZAP (Zinfandel Advocates and Producers) di San Francisco.
Una Riserva che nasce dalla voglia di fermarsi e ricordare.
Cosa eravamo, da dove siamo partiti…
Dalle vecchie cantine costruite tra le fondamenta delle nostre case contadine e i rituali di quando aprivamo i vecchi “capasoni” lasciati a far maturare un vino che aveva sussurrato promesse di longevità.
Fare dei vini veri, ispirati dalla vocazione del territorio e dalla tradizione della nostra regione. Pur concedendoci a piccole sperimentazioni ed innovazioni rifuggiamo dalla seduzione modaiola dei mercati: i nostri primitivi non hanno residui zuccherini consistenti.
Il nostro rosato non è di colore provenzale, la nostra Riserva non ha mai meno di 10 anni, il nostro Susumaniello proviene solo dalle vigne originariamente da noi riscoperte nel 1996 e successivamente diffuse a beneficio di tutti gli altri produttori
Un posto dove gustare, assaporare, sorprendersi, emozionarsi.
Felline Soc. Agricola a.r.l.
S.Comunale Santo Stasi I, 42
74024 Manduria (Ta) Italia
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Attraverso la collaborazione con viticultori di territori diversi della regione ed enologi con esperienze nelle vinificazioni di qualità, vengono “offerti” alla conoscenza di giornalisti e importatori le nuove produzioni da uve fino ad allora del tutto trascurate o sconosciute:
Ottavianello, Susumaniello (recuperato da Gregory con l’azienda Torre Guaceto), Fiano Minutolo (azienda Sammartino), oltre a nuove versioni di Negroamaro e Malvasia Nera (azienda Castel di Salve), Moscato Reale di Trani (azienda De Filippo), uva di Troia e Montepulciano (azienda Paolo Petrilli) e ovviamente la zonazione di Primitivo (terra rossa, bianca, nera e sabbia).
L’Accademia dei Racemi annovera tra le consulenze, oltre a Roberto Cipresso e Fabrizio Perrucci, Enzo Moiso, Luca Boaretti. Tuttora alcune aziende create dall’Accademia dei Racemi sono presenti con onore sul mercato.
Oltre a far parlare di sé per i propri vini, l’Accademia dei Racemi diventa un riferimento unico nel panorama regionale per la ricerca, lo studio, la sperimentazione dei vitigni autoctoni.
Per gli esami condotti sulle relazioni tra Primitivo e Zinfandel, la storia e le sperimentazioni, nonché la richiesta di aggiornamento dell’elenco dei sinonimi regolamentato dalla Unione Europea, Gregory Perrucci viene ammesso come unico “membro non americano” nella prestigiosa associazione californiana denominata Zap (Zinfandel Advocates and Producers).
Alcuni anni dopo, precisamente nel giugno 2002 dopo la decretazione scientifica dell’identità tra Zinfandel e Primitivo, nonché tra essi e il croato Crnjelak Kastelansky, è relatore al primo Convegno Internazionale sullo Zinfandel. Tiene una relazione sulle origini del primitivo e i suoi rapporti con lo Zagarese (scomparso) in una sessione congiunta con Doug Beckett (enologo californiano) e il mitico Miljenko Grgich, icona dell’enologia americana per avere prodotto due dei vini che nel concorso mondiale di Parigi del 1976 alla cieca sbaragliarono i vini francesi.